Una storia ritrovata

Una storia ritrovata è un work in progress che porto avanti dal 2004. L’omonimia e le memorie familiari mi hanno spinto a interessarmi delle vicende che videro coinvolta alla fine del Cinquecento la famiglia Cenci. Una storia dai contorni incerti che vide perire tragicamente tutti i suoi esponenti. Centro focale la vita e la personalità di Beatrice che ordì la morte del violento padre e finì i suoi giorni decapitata per volere delle autorità della Chiesa. Una storia in cui entrano in gioco il mito e la leggenda. Ho affrontato il concetto di memoria non come qualcosa di stratificato e congelato, ma come terreno fertile aperto a connessioni e sperimentazioni. Ho confuso documenti veri e falsi simulando ritovamenti e imitando disegni antichi a cui ho apposto timbri papali. Ho disegnato episodi della vita di Beatrice e poi, partendo da questi disegni, ho fatto realizzare da Fosco Micheli, ceramista di Canino, formelle appositamente invecchiate. Il limite tra vero e verosimile si è assottigliato offrendo nuova linfa alla leggenda di Beatrice.  Nel lavoro presentato nel 2014 presso l’Acta International, via Panisperna, Roma con la cura di Manuela De Leonardis, ho affidato il racconto al dialogo tra due linguaggi diversi, la fotografia e la ceramica. Scrive Manuela De Leonardis: “Da una parte ci sono i ritratti fotografici che traducono visivamente la violenza, ispirandosi inconsciamente ai toni caravaggeschi: l’innocenza della giovanetta, il suo volto puro che si trasforma in una maschera di dolore. Dall’altra i paesaggi della campagna romana avvolti nelle nebbie delle prime luci del mattino, rimandano a quel senso di precarietà, d’incertezza, che doveva aver accompagnato il lento viaggio di Beatrice da Roma a Petrella Salto e viceversa. L’artista chiede a se stesso, volgendo poi la domanda all’osservatore, quali possano esser stati i sentimenti profondi di quella ragazza vissuta più di quattro secoli fa, ma che potrebbe essere una teenager di oggi.
Malgrado tutto, il paesaggio stesso ha mantenuto una sua autonomia rispetto agli stravolgimenti della storia. Una natura positiva – in qualche modo salvifica – in cui riporre fiducia. Il terzo passaggio nella ricerca artistica è accompagnato dalle sculture in ceramica realizzate con la collaborazione di Fosco Micheli, maestro ceramista di Canino (Viterbo). La formula adottata ricorda quella degli ex-voto, la cui iconografia immediata attraversa i paragrafi della storia garantendo una narrazione fluida.”

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